L’opera di Ciraca +Erre è un atto radicale che intreccia vita, arte, filosofia, antropologia, azione e spiritualita, trasformando l’esistenza in un’esperienza liminale tra visibile e invisibile, suono e silenzio presenza e assenza.
Nel 2022 per due anni, due mesi, due giorni il suo corpo In cammino è stato un manifesto vivente per la pace e per il pianeta, attraversando cinque continenti: dalle caverne di Matera a quelle africane, dove l’Homo sapiens è sopravvissuto all’era glaciale, si è addentrata con gli indigeni nella foresta amazzonica, ha camminato in Giappone per il 78° anniversario di Nagasaki e Hiroshima, e nelle aree radioattive di Fukushima per opporsi al rilascio delle acque contaminate, si è spinta fino ad un remoto villaggio in Cina per incontrare l’ultima comunità matriarcale al mondo e molto altro,
Un viaggio alla scoperta di conoscenze ancestrali, Umanità e di un’impellente riconnessione con la Madre Terra.
La sua pratica artistica, esplora i limiti, le paure, la vita intrecciando ricerca visiva e atti di poetica disobbedienza civile.
Ha vissuto con monaci Buddisti giapponesi, documentato le ultime streghe in Africa, filmato monaci tibetani in una prigione
denunciando le violazioni dei diritti umani nelle carceri italiane.
L’arte diventa resistenza e rivelazione: 366 ore di silenzio, il dono del se, il lasciare andare oggetti materiali come atto di creazione.
Nella sua arte, il microcosmo umano è specchio del macrocosmo: Tutto è collegato tutto è Uno.
Oggi continua a essere nomade nel mondo, interrogarsi, viaggiare, esperire, lasciando che la vita stessa si trasformi in un’opera d’arte.
Nel 2022 per due anni, due mesi, due giorni il suo corpo In cammino è stato un manifesto vivente per la pace e per il pianeta, attraversando cinque continenti: dalle caverne di Matera a quelle africane, dove l’Homo sapiens è sopravvissuto all’era glaciale, si è addentrata con gli indigeni nella foresta amazzonica, ha camminato in Giappone per il 78° anniversario di Nagasaki e Hiroshima, e nelle aree radioattive di Fukushima per opporsi al rilascio delle acque contaminate, si è spinta fino ad un remoto villaggio in Cina per incontrare l’ultima comunità matriarcale al mondo e molto altro,
Un viaggio alla scoperta di conoscenze ancestrali, Umanità e di un’impellente riconnessione con la Madre Terra.
La sua pratica artistica, esplora i limiti, le paure, la vita intrecciando ricerca visiva e atti di poetica disobbedienza civile.
Ha vissuto con monaci Buddisti giapponesi, documentato le ultime streghe in Africa, filmato monaci tibetani in una prigione
denunciando le violazioni dei diritti umani nelle carceri italiane.
L’arte diventa resistenza e rivelazione: 366 ore di silenzio, il dono del se, il lasciare andare oggetti materiali come atto di creazione.
Nella sua arte, il microcosmo umano è specchio del macrocosmo: Tutto è collegato tutto è Uno.
Oggi continua a essere nomade nel mondo, interrogarsi, viaggiare, esperire, lasciando che la vita stessa si trasformi in un’opera d’arte.
Premi e riconoscimenti: Premio Artista Bally CH (2019), finalista al Mostyn Visual Arts Centre/Galles ,UK (2015), Menzione Speciale del Premio Terna Italia (2010), Finalista Premio Cairo Italia (2001). Esposizioni: 55° Biennale d’Arte/Venezia, Padiglione Tibet, collaterale (2013) , Buchmann Galerie/Lugano (2014), Mostyn Visual Arts Centre/Wales- UK (2015), MAMM - Multimedia Art Museum,Moscow (2012), Museo Macro Testaccio/Roma (2012),Museo della Permanente/Milano (2012), Festival Europeo della Fotografia/Reggio Emilia (2012), Palazzo Collicola/Spoleto (2011), Palazzo Bagatti Valsecchi/Milano (2010), Fondazione Stelline