(clicca l’immagine per vedere il trailer)
EPOCHÈ- Suspension of disbelief
Ciriaca+erre 2013, video con audio, canale singolo, durata 12’22”Quest’opera video è stata presentata in anteprima al Padiglione Tibet durante la 55ma Biennale d’Arte di Venezia.
Successivamente è stata proiettata al Museo Criminologico di Roma e all’interno del carcere di Bollate in una sorta di “Mise en abyme” che ha permesso al pubblico di entrare all’interno dell’opera stessa.
Ciriaca Erre ci fa entrare nel 1° carcere a trattamento avanzato in Italia, nello stesso anno in cui la Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia in relazione al suo sistema penitenziario per “violazione dei diritti umani, tortura e trattamento inumano e degradante”, gli stessi diritti che vengono da anni violati in Tibet e per cui molti monaci si danno fuoco nella speranza di rompere un terribile silenzio e di stimolare una volontà di cambiamento in coloro che hanno il potere di innescarlo.
Nel video, incentrato appunto sulla tutela dei diritti umani, si alternano flash che danno vita a un racconto non lineare. Uno sparo conduce il visitatore in un labirinto di sensazioni.
All’osservatore non è dato sapere dove ci si trova: L’intenzione dell’artista, infatti, è quella di cercare di sospendere il giudizio di chi guarda affinché ci si possa avvicinare all’opera senza pregiudizi. Cosa ci fanno dei monaci buddisti in un carcere occidentale? Chi sono gli uomini che
praticano yoga nella prigione? Cosa ci fa un cavallo bianco tra le sbarre? E quei giardi cosi curati?
EPOCHÈ- Suspension of disbelief
Ciriaca+erre 2013, video con audio, canale singolo, durata 12’22”Quest’opera video è stata presentata in anteprima al Padiglione Tibet durante la 55ma Biennale d’Arte di Venezia.
Successivamente è stata proiettata al Museo Criminologico di Roma e all’interno del carcere di Bollate in una sorta di “Mise en abyme” che ha permesso al pubblico di entrare all’interno dell’opera stessa.
Ciriaca Erre ci fa entrare nel 1° carcere a trattamento avanzato in Italia, nello stesso anno in cui la Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia in relazione al suo sistema penitenziario per “violazione dei diritti umani, tortura e trattamento inumano e degradante”, gli stessi diritti che vengono da anni violati in Tibet e per cui molti monaci si danno fuoco nella speranza di rompere un terribile silenzio e di stimolare una volontà di cambiamento in coloro che hanno il potere di innescarlo.
Nel video, incentrato appunto sulla tutela dei diritti umani, si alternano flash che danno vita a un racconto non lineare. Uno sparo conduce il visitatore in un labirinto di sensazioni.
All’osservatore non è dato sapere dove ci si trova: L’intenzione dell’artista, infatti, è quella di cercare di sospendere il giudizio di chi guarda affinché ci si possa avvicinare all’opera senza pregiudizi. Cosa ci fanno dei monaci buddisti in un carcere occidentale? Chi sono gli uomini che
praticano yoga nella prigione? Cosa ci fa un cavallo bianco tra le sbarre? E quei giardi cosi curati?
Il video contiene le immagini esclusive del primo Mandala realizzato in un istituto di detenzione in Italia e uno dei pochissimi al mondo, simbolo fondamentale della loro tradizione, e rappresentazione dell’’impermanenza: tutto passa e niente è eterno, esiste solo il presente.
Lartista si sofferma altresi su alcuni detenuti che fanno un percorso di autoconsapevolezza, di cui a tratti, durante le interviste, intuiamo la vicinanza alla filosofia buddista, grazie al quale cercano di raggiungere un nuovo equilibrio, di dare ordine e senso alle cose, che nel mondo fuori dalle sbarre, non avevano.
“Non sono poi così distanti le due realtà; tutto torna e ritorna come in un cerchio, niente esiste in maniera indipendente”, afferma Ciriaca+Erre.